Già i vecchi studiosi del secolo scorso si erano posti il problema delle possibili fonti di raccolta delle varie materie prime, individuando nell’area del Beigua la provenienza certa di quasi tutta la produzione delle asce in pietra verde levigata. Riguardo ai materiali in selce, anch’essi rinvenuti in grandi quantità, sino a poco tempo fa non era però possibile avere informazioni precise perché mancavano le necessarie premesse geologiche atte ad individuarne l’origine. Con le recenti campagne di ricerca del G.R. del Museo Perrando che hanno portato all’acquisizione di notevoli quantità di reperti, differenziati in modo preciso a seconda delle aree di provenienza, si è potuto avere un quadro di maggior dettaglio rispetto alle ricerche condotte nella seconda parte del secolo scorso. Le località che hanno fornito le maggiori quantità di pezzi di industrie scheggiate sono state quelle che già in passato avevano contribuito in modo sostanziale ad alimentare le vecchie collezioni: Grino, situato nel comune di Sassello e Pian dei Buschi, nel territorio del comune di Pontinvrea, oltre ad altre che propongono però sostanzialmente gli stessi materiali in quantità inferiori a quelli già citati. Con la schedatura precisa dei reperti si è potuto avere un quadro ben articolato delle materie prime rappresentate. A Pian dei Buschi sono presenti un diaspro giallo di buona-ottima natura litotecnica e un diaspro rosso che è molto vicino, per qualità, alle radiolariti, peraltro già note dalle serie di Cairo Montenotte. E’ possibile trovare schegge di diaspro la cui qualità si avvicina considerevolmente alla migliore selce, ma anche arnioni indifferenziati con grandi porzioni di cortice per cui è logico pensare a formazioni che sarà forse possibile localizzare in zona. Anche in Grino esiste un diaspro (ftanite) di colore giallino, sostanzialmente differente da quello di Pian dei Buschi, di medio-buona qualità e grandi quantità di schegge di lavorazione per cui, anche in questo caso, si può pensare all’affioramento in antico di formazioni conosciute. Non esiste per ora la possibilità di attribuire culturalmente le scelte delle varie materie prime potendosi trovare reperti di varie epoche frammisti fra loro, in modo particolare a Grino dove è certamente ipotizzabile uno scivolamento dei materiali, essendo situati tutti lungo un pendio in declivio verso una depressione orografica. Queste prime considerazioni sulle materie prime dei reperti rinvenuti nel comprensorio sassellese negli ultimi anni, permettono di aprire un capitolo legato allo sfruttamento delle fonti locali di materie prime che sino ad oggi non era stato neppure affrontato; se consideriamo che le ricerche proseguono anche in nuove direzioni possiamo ragionevolmente pensare che, in un futuro a medio e lungo termine si possano ancora avere dei risvolti di notevole interesse, specie se riferito alle materie prime per le quali non è oggi possibile dare una sicura provenienza.
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