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Argomento 'Politica'

Province. il 61,5% le vuole abolire. Da Savona Vaccarezza…
Data di pubblicazione: 30/03/2014
Province. il 61,5% le vuole abolire. Da Savona Vaccarezza…

Per la maggioranza degli italiani non ha dubbi: le Province vanno abolite

L’indagine realizzata dell’Eurispes ha rilevato quest’anno un orientamento netto su questo argomento: se i favorevoli erano il 46,6% nel 2011, a tre anni di distanza si evidenzia un aumento significativo di quanti approvano la riforma (61,5%). Allo stesso tempo si è ridotto il numero dei contrari dal 38,5% del 2011 al 25,6% del 2014, così come è diminuita la quota di quanti non si esprimono a riguardo (dal 14,9% al 12,9%).

Rispetto all’indagine 2011, nel 2014 la geografia del consenso ha subìto una significativa mutazione, spostando il proprio baricentro verso il Nord. Se in passato erano più favorevoli i residenti nel Centro e nel Sud, uniche aree geografiche a superare la soglia del 50%, oggi il primato dei “sì” spetta al Nord-Ovest (72%), seguìto dal Centro (67,1%) e dal Nord-Est (62,1%); il Sud chiude la graduatoria (45,5%), scavalcato anche dalle Isole (dove il consenso è salito dal 35,9% al 58,9%).

Relativamente alla classificazione per area politica è interessante notare come, a fronte di una generalizzata tendenza all’incremento della quota di prevalenza dei consensi, il centro abbia mantenuto sostanzialmente stabile il proprio orientamento, mentre il centro-destra e la destra hanno fatto registrare il maggiore incremento dei consensi: il primo appare oggi come l’area più favorevole all’abolizione delle Province (73% a fronte del 46,3% del 2011); una netta inversione di tendenza si riscontra nel secondo, passato da costituire l’unica area politica con orientamento contrario (46,8% di “no” contro il 42,6% di “sì”, nel 2011) a costituire il terzo schieramento per consensi (68,7%), dopo il centro-destra e il centro-sinistra (69,6%). Tale mutamento negli orientamenti ha portato il centro a transitare dal primo all’ultimo posto – fra le aree politiche di riferimento – per quota di consensi espressi, facendo segnare anche il valore più alto dei contrari (26,3%).

Se il Ddl dovesse essere definitivamente approvato, i vantaggi economici per le casse statali sarebbero notevoli: un risparmio di circa 7,7 miliardi di euro. Si tratta di un dato che ipotizza comunque il re-impiego del personale dipendente in altre Amministrazioni o Istituzioni locali e che tiene anche in considerazione l’aumento della spesa pubblica per il trasferimento delle funzioni delle Province ad altri Enti.

“Mi viene chiesto – afferma Vaccarezza (nella foto), presidente della Provincia di Savona - un commento su questa norma, per quanto mi riguarda il rammarico non è soltanto per la precarietà e l'inefficacia di questa riforma ma, soprattutto, per non poter avere la possibilità di sottoporre l'operato di questi cinque anni di amministrazione al giudizio dei miei elettori.

Il ddl così concepito si traduce nella volontà del Governo di abolire le Province ma occorreranno almeno diciotto mesi prima che la riforma produca gli effetti, perchè per cancellare le Province è necessario completare il processo di revisione costituzionale. Ma in realtà, questa è la domanda da porsi, cosa accade veramente a partire da oggi? Le Province non sono più commissariate ma prorogate con gli organi a loro deputati. Così parrebbe - conclude il presidente - anche se a maggio di quest'anno il Consiglio verrà sciolto, la Giunta diventerà organo consuntivo e a settembre nascerà il Consiglio dei sindaci, in carica per dodici mesi, a dicembre 2014 il presidente terminerà il mandato, e ne verrà eletto un altro, per poi arrivare a settembre del prossimo anno, probabilmente, la data che dovrebbe sancire il termine del percorso istituzionale delle Province.”

Come ogni grande cambiamento “il bello ha da venire”, specie in Italia!


gidi

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