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Argomento 'Cultura'

Una galleria del 1683 al Priamar di Savona
Data di pubblicazione: 17/04/2011
Una galleria del 1683 al Priamar di Savona Tutta percorribile, dalla statua di Garibaldi fino al posteggio presso l’incrocio con corso Mazzini

I lavori condotti dal Consorzio del Depuratore nel viale Alighieri (per la sostituzione dei tubi collocati nel 1985) hanno tranciato e portato alla luce un breve tratto di un’antica galleria della Fortezza di Savona, alta oltre due metri (220 cm) e posta tre metri (310 cm) sotto a viale Alighieri, con l’estradosso interno della volta solo 90 centimetri sotto all’asfalto di viale Alighieri.

La trincea di scavo del Depuratore ha tranciato un tratto di tre metri della volta della galleria, ma il pavimento e le pareti laterali sono ancora conservati per un metro d’altezza, come appurato dal saggio archeologico condotto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria, sotto la direzione della dott.ssa Francesca Bulgarelli.

La galleria è stata esplorata e documentata (con rilievo topografico e fotografie) da un’equipe della Consulta Culturale Savonese e del Gruppo Speleologico Savonese DLF.

Si tratta di un’interessantissima galleria lunga oltre 300 metri, tutta percorribile, dall’area antistante la statua di Garibaldi fino al centro del posteggio compreso tra la Fortezza e l’incrocio viale Alighieri-corso Mazzini: neppure gli esperti delle associazioni che da anni conducono studi e ricerche nel Priamàr (Fortezza e aree circostanti) speravano in un siffatto perfetto grado di conservazione.

Questo manufatto, alto in media oltre due metri e largo un metro e venti, si snoda con un percorso articolato e spezzato sotto ai giardini pubblici di viale Alighieri: si tratta di un tratto della galleria di contromina della Fortezza, che si sviluppava sotto agli spalti lungo l’intero perimetro della Fortezza, al di là del Fossato esterno (in questa zona il fossato fu interrato tra il 1878 e il 1902, per la sistemazione dei giardini pubblici), accessibile in più punti dal fossato esterno, appunto.

La galleria di contromina, costruita nel 1683 (nell’ambito del potenziamento seicentesco della Fortezza) aveva lo scopo di monitorare e contrastare lo scavo di gallerie da parte di minatori nemici, in caso di assedio della Fortezza: gli aggressori avrebbero cercato di scavare gallerie sotterranee per raggiungere le mura della Fortezza e collocarvi sotto mine esplosive, per far crollare le mura ed aprirvi così una breccia e la via per l’espugnazione. I difensori, invece, uditi dall’interno della galleria di contromina i rumori dei lavori di scavo del nemico, avrebbero a loro volta scavato una galleria più bassa, per arrivare sotto (o a lato) della galleria nemica e a loro volta collocare esplosivi per far saltare in aria la galleria di mina e i minatori nemici: la tipica guerra di mina e contromina, che dal XVII secolo continuò ad essere attuata fino alla prima guerra mondiale 1914-1918.

L’episodio più noto della guerra di mina e contromina è quello celebre in cui nel 1706 Pietro Micca, soldato minatore delle truppe sabaude, perse la vita facendo esplodere una mina nelle gallerie di contromina della Cittadella di Torino, per impedire ai granatieri francesi di penetrare nel cuore delle difese torinesi. Le gallerie di Torino sono contemporanee di quelle di Savona.

Le gallerie scoperte sotto ai giardini del viale Alighieri si sviluppano per oltre 300 metri: il tratto più lungo è costituito dalla galleria “magistrale”, dalla quale si dipartono tre gallerie “capitali” (perpendicolari rispetto alla principale) che sbucavano nel fossato della Fortezza, oggi interrato.

Il percorso sotterraneo è molto suggestivo, con le anse e le curve che la galleria presenta, seguendo le punte delle fortificazioni esterne del Rivellino S. Barbara e della Controcroce (le cui strutture sono ancor oggi parzialmente conservate sotto ai giardini): dalla “galleria magistrale” si sviluppano verso l’esterno (in direzione opposta alla Fortezza) gallerie minori, più basse, che conducono ai fornelli da mina, piccoli ambienti voltati a semisfera (come un forno), già predisposti ad ospitare mine contro gli scavi del nemico.

Sono ben poche in Italia e nel mondo le gallerie di contromina perfettamente conservate come quella di Savona; solo quelle di Torino sono percorribili dal pubblico, a cura del Museo “Pietro Micca”.

La galleria di contromina di Savona sarà oggetto di un progetto di recupero, che la Consulta Culturale Savonese e il Gruppo Speleologico Savonese stanno predisponendo con il dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Savona (ing. Luca Pesce), nell’ambito del progetto di restyling dei giardini pubblici del Prolungamento (finanziamento POR-FESR della Regione e della Comunità Europea, per l’importo di tre milioni di euro): si pensa di ripristinare i tre punti d’ingresso della galleria, aperti nel muro di controscarpa del fossato, tre metri sotto al livello dei viali e dei giardini.
La galleria di contromina potrà quindi in futuro essere aperta a visite guidate aperte al pubblico.

Una caratteristica unica della galleria di contromina della Fortezza di Savona è quella di presentare brevi gallerie secondarie raccordate con gli antichi pozzi delle case che sorgevano tra l’abitato attuale e la Fortezza, abbattute per la costruzione della Fortezza: da lì (più che dalle cisterne) i soldati attingevano l’acqua per l’alimentazione quotidiana e per resistere in caso d’assedio.
In corrispondenza dei pozzi le gallerie secondarie si piegano come un tubo di stufa.
Allo stato attuale delle ricerche, questa è una caratteristica unica, presente solo a Savona.

In un punto la galleria di contromina esplorata nei giorni scorsi ospita anche la condotta di un ruscello sotterraneo, che drena l’acqua corrente in direzione del torrente Letimbro.

Un tratto di circa tre metri della galleria di contromina è stato purtroppo tranciato dagli scavi del Depuratore, ma il Soprintendente Arch. Giorgio Rossini, insieme con la responsabile per il Savonese (arch. Rossella Scunza) della Soprintendenza per i Beni Architettonici della Liguria, hanno chiesto l’impegno del Consorzio del Depuratore perché (a sue spese) sia restaurato e ripristinato il tratto di galleria tranciato: richiesta prontamente esaudita dall’ingegnere-capo del Comune di Savona, Luca Pesce, che per tale prossima necessità si è fatto rilasciare un impegno scritto firmato dal presidente del Consorzio Depurazione (ing. Ferro).

La scoperta della galleria e la sua esplorazione e documentazione hanno quindi portato a un risultato eccezionale, non solo nel contesto cittadino, ma nazionale ed europeo e soprattutto ne consentiranno prossime visite turistiche e culturali.

A fine mese inizierà poi il corso di speleologia del Gruppo Speleologico Savonese DLF, che tra i propri interessi non ha solo le aree carsiche e le grotte, ma anche i sotterranei artificiali del Savonese e quelli del Priamàr in particolare.


Fonte Consulta Culturale
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