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Argomento 'Sport'

Cecilia dai mondiali di San Paolo a Pechino, il sogno continua...
Data di pubblicazione: 25/03/2008
Cecilia dai mondiali di San Paolo a Pechino, il sogno continua...

Cecilia Camellini, quindicenne di Formigine (MO), e’ stata la mia prima compagna di banco in quarta ginnasio. Mi sono subito affezionata a lei, per via della sua spontaneità, simpatia, gentilezza e gioia di vivere. Mi ha colpito la sua volontà fortissima e fuori dal comune, che le permette di vivere intensamente, convivendo ogni giorno con la cecità e che le dà la possibilità di ottenere eccellenti risultati nel nuoto: Cecilia ha infatti vinto due ori, un argento e un bronzo ai mondiali Ibsa di San Paolo, durante la scorsa estate. Ho avuto l’ onore di farle questa “intervista semi-seria” a scuola, durante una delle tante ricreazioni nella quale ho potuto ancora una volta imparare una grande lezione di vita. Per questo, cara Cecilia, ti ringrazio di cuore. Ti voglio bene.

Com’e’ nata questa tua fortissima passione per il nuoto e quando ti sei resa conto del tuo grandissimo talento?
Ho cominciato a nuotare quando avevo tre anni e mi e’ piaciuto subito. Mi hanno detto che potevo avere dei risultati e quindi ho continuato. Il mio allenatore Ettore Pacini ha scoperto il mio talento e mi ha spinto a prendere sul serio il nuoto.

Quali sforzi e sacrifici ha comportato a te e alla tua famiglia questo tuo grande impegno? Hai mai pensato di arrenderti, di smettere?
Mi devo allenare tutti i giorni per almeno 2 ore e poi ovviamente devo anche studiare. Quindi i sacrifici sono molti. Alcune volte mi e’ capitato di voler mollare tutto, ma poi mi sono detta: “Dai, proviamo ad andare fino in fondo.” Non so sinceramente cosa mi abbia dato la forza per andare avanti… forse mia madre. (sorride). Ero talmente vicina ai Mondiali che non valeva la pena arrendersi. Anche per la mia famiglia i sacrifici sono stati molti, ma contando che mio fratello adesso non fa sport, ci compensiamo a vicenda: io ne faccio tanto e lui invece niente.

I tuoi compagni della Tricolore e più in generale tutti noi che abbiamo la fortuna di conoscerti, ti descriviamo come una nuotatrice e una persona forte, grintosa e determinata. Da dove deriva tutto questo, che cosa ti porta ad essere così?
E’ un mistero anche per me. Quello che mi spinge ad alzarmi la mattina e dedicarmi intensamente al nuoto e’ una sorta di dovere della provvidenza divina. (ride) L’ho sempre fatto e lo continuerò a fare, come continuerò ad essere così. Probabilmente perché, comunque mi impegno moltissimo ma ottengo anche tantissime soddisfazioni che mi premiano.

L’incontro che ti ha cambiato la vita?
Beh, sicuramente quello con Ettore Pacini, il mio primo allenatore, che mi ha vista nuotare e mi ha detto che avrei potuto avere grandi risultati. Così mi ha presa sotto le sue ali e mi ha allevata a sua immagine e somiglianza. (ride)

Il tuo sogno di felicità?
(ride e canticchia “felicità…” di Al Bano. Delirio collettivo) Andare alle Olimpiadi, impegnarmi, spaccare e poi basta… se vinco, vinco, ma sennò e’ uguale. L’importante e’ dare il massimo di se stessi.

Quale e’ stato il tuo primo pensiero una volta saputo di essere campionessa mondiale nei 200 e nei 400 stile libero?
Beh, innanzitutto, e vai. Ho pensato a quanto potevano essere contenti a casa, sia il mio allenatore sia la mia famiglia, sia i miei amici.

Quali emozioni hai provato una volta salita sul gradino più alto del podio?
Mi sono messa a piangere. Sentendo l’Inno d’Italia… poi la nostra bandiera… non mi aspettavo di ottenere risultati così alti e mi sono emozionata molto.

A che cosa pensi un attimo prima di tuffarti?
Ai Mondiali ho pensato che l’acqua era freddissima e non ci volevo entrare. Poi ho pensato alle soddisfazioni che avrei avuto all’arrivo. Pensavo già a come arrivare… oppure all’impegno che ci avevo messo durante questi anni… tanto valeva farla a modo e dare il massimo.

E durante la gara?
Durante la gara non si pensa a niente se non a dare il massimo di se stessi. Comunque i pensieri sono sempre molto piacevoli.

Il tuo motto?
An ghe l’ho menga. (ride). Posso solo dirti (imitando le rane di Aristofane n.d.r.): “Brekekekex koax koax.”

Pechino rimane un sogno a cinque stelle o è una certezza?
Adesso è una certezza. Sabato 23 febbraio ho partecipato ai campionati italiani a Napoli e dati i risultati delle gare, mi hanno confermato la mia partecipazione alle Olimpiadi di Pechino.

Buona fortuna, Cecilia.


Giulia Barsuola

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